Pubblicato da: maria | agosto 17, 2011

Breve storia di una potenziale amicizia sfumata

Conobbi G. per caso. In quel periodo avevo preso l’abitudine di andare a fare la spesa in quel centro commerciale e lui era uno dei tanti ragazzi senegalesi che cercava di vendere svariati oggetti nell’ampio parcheggio. Mi ricordo che quel preciso giorno acquistai un accendigas per la cucina.

Mi colpì il suo sorriso contagioso, lo sguardo profondo e dolce. Mi disse come si chiamava  e mi chiese il mio nome. Parlava l’italiano correttamente, oltre al francese, all’inglese e al senegalese.

Prese l’abitudine di chiamarmi Marì, alla francese.

Dopo quel primo incontro lo vidi spesso e ormai non mi chiedeva più di comprare qualcosa. Anzi arrivò persino a farmi dei regali, per esempio degli orecchini, che io accettai per timore di offenderlo.

Quando mi vedeva parcheggiare la macchina, lasciava la sua merce in custodia a un amico e si avvicinava.

Ciao Marì, batti cinque…

Mi fermavo qualche minuto con lui per scambiare due parole a volte sorseggiando un caffè. Mi raccontava della sua famiglia, la mamma anziana che non vedeva da tanto, i fratelli più piccoli. Dei vari lavori che aveva fatto da quando era arrivato in Italia. Il buttafuori in una discoteca di Milano, lavoro che gli rendeva bene ma che aveva abbandonato dopo che il locale aveva cambiato gestione e il nuovo proprietario aveva avanzato delle pretese di natura sessuale su di lui.

G. è un bel ragazzo di 38 anni, alto un metro e 90, muscoloso e con la pelle scura e luminosa. Una massa di capelli ricci che talvolta teneva raccolti con una fascia.

D’estate a volte andava a fare il lavapiatti in Costa Smeralda, lavoro pesante, che gli spezzava la schiena ma che gli consentiva di mettere un po’ di soldi da parte. La sua speranza era di riuscire a racimolare la somma necessaria per comprare il biglietto e tornare in Senegal per un paio di mesi. Riuscire a soddisfare il suo desiderio di riabbracciare la madre e la famiglia.

G. è un ragazzo colto ed educato che quando capiva che ero di umore cattivo mi parlava dolcemente e con tono comprensivo, mi diceva che la vita è comunque bella, troppo bella per sprecarla e che ogni giorno dobbiamo ringraziare il nostro Dio per il grande dono che ci ha fatto. Parlare con lui mi dava un senso di pace e di serenità.

Con il passare dei mesi, il susseguirsi delle stagioni, G. divenne un appuntamento quasi quotidiano, anche se di pochi minuti e di qualche frase scambiata a volte sotto il sole e a volte sotto la pioggia. E io iniziai a considerarlo un amico.

A quel punto successero un paio di episodi che hanno offuscato la nostra amicizia. O quella che io consideravo tale.

Spesso parlavamo del mare, una passione comune. E un giorno mi prospettò di andarci insieme durante un fine settimana. Mi chiese il mio numero di cellulare e io glielo diedi, mi fece uno squillo e io registrai il suo. Forse sarò stata ingenua, ma io in quel momento non ci vidi niente di male o di strano.

Da quel giorno iniziò a mandarmi qualche sms, di solito un saluto affettuoso. Da amico. Oppure mi telefonava, specialmente quando non lavorava, per scambiare due chiacchiere. Mi invitò al cinema e anche ad andare a cena da lui, voleva farmi assaggiare la cucina senegalese. Declinai gli inviti e iniziai a trovare un po’ fuori luogo la sua insistenza. Cominciai a pensare che forse avevo sbagliato a dargli il mio numero di telefono.

Un giorno eravamo fermi nel parcheggio del centro commerciale, dentro alla mia macchina, al riparo dal sole e dal caldo. Fumavamo una sigaretta e parlavamo, ora non ricordo esattamente di che cosa. So che a un certo punto pronunciò la parola cuore e contemporaneamente poggiò la mano destra sul mio seno sinistro, lì dove si suppone che io abbia il cuore.

L’episodio durò pochi istanti ma io ne rimasi sconvolta. Stupita. Scoraggiata. Delusa. Sul momento tagliai corto e non dissi niente ma da quel giorno iniziai ad andare in quel centro commerciale sempre più raramente. Nel frattempo G. mi tempestava di sms e di telefonate a cui io evitavo quasi sempre di rispondere.

Un giorno decisi di non andare più in quel supermercato e di non rispondere più alle sue chiamate. Mi sentivo responsabile per l’aver, forse, interpretato male la natura della nostra amicizia o per avergli dato, senza volerlo, motivo di travisare quelli che erano i nostri rapporti.

In tutto questo non c’entra niente il colore della pelle di G.

Avrebbe potuto essere di qualsiasi colore e di qualsiasi nazionalità. Il fatto è che a me lui era simpatico e mi piaceva la nostra amicizia. Me niente di più.

Le rare persone con cui ne ho parlato mi hanno detto che sono stata ingenua. Che il solo scopo del suo interesse nei miei confronti era quello. O che addirittura poteva essere in cerca di una casa in cui andare ad abitare…

Ammetto che non parlo volentieri di questo triste episodio. Da una parte mi sento in colpa, dall’altra mi sono sentita tradita e, forse, usata.

Ho deciso di scrivere e pubblicare questo post proprio per questo motivo, con la speranza di riuscire a esorcizzare e ad archiviare questo fatto e a recuperare un po’ di fiducia.


Risposte

  1. Una storia come questa mai però spesso è successo anche a me di essere stata fraintesa: la mia allegria e gentilezza veniva interpretata come “disponibilità” ad andare oltre…
    Quelle persone con le quali hai parlato forse hanno ragione: noi apparteniamo al gruppo delle “semplici”, delle “ingenue” perché non pensiamo che altri (ma soprattutto certi uomini) in un rapporto d’amicizia abbiano dei secondi fini….
    Per fortuna non è sempre così. Io nel corso della mia vita ho avuto tante sincere e solide amicizie con uomini e sono quindi fermamente convinta che l’amicizia tra i due sessi può senz’altro esistere: dovremmo imparare a “riconoscere” presto quelli sbagliati!

    • Vedi a prescinere dal fatto che io ho detto che la mia reazione non è dipesa dal fatto che G. sia un uomo di colore, io mi sono sentita forse ancora più “tradita” da questo fatto. E’ innegabile e non so darmene una ragione. Gli uomini sono uomini perché avrei mai dovuto pensare che lui si comportasse in modo doverso?
      Sono la prima che non generalizza e riesco ad avere dei rapporti belli e sereni con amici di sesso maschile.

      Ma è innegabile che questo fatto mi ha ferito.
      So bene che ci sono donne che cercano la compagnia di extracomunitari a pagamento.
      Io non faccio parte di questa categoria.
      Per certi versi mi sono sentita accomunata a quelle donne (e quegli uomini).

      Ora non lo farei mai più.
      Ora ho un atteggiamento molto più distaccato e forse non do alcuna possibilità di poter eventualmente fare amicizia.
      Mi sono fidata e ho sbagliato.

  2. In quello che racconti non ci trovo niente di strano. E’ abbastanza logico che una frequentazione assidua (anche se per pochi minuti e quasi sempre nel parcheggio del supermercato) possa sfociare in qualcosa di diverso. Penso che la stessa cosa sarebbe potuta succedere con un ragazzo italiano. Probabilmente ad un ragazzo italiano non avresti dato il tuo numero di telefono così facilmente perché avresti pensato subito che te lo chiedeva con un secondo fine. Ma, a parte questo, altre differenze non ne vedo.
    Capisco come ti senti ma non mi sembra che si possa arrivare a considerarlo un tradimento da parte sua. In fondo cosa c’è di male se voleva qualcosa di più? L’importante è che dopo l’insistenza iniziale abbia smesso di cercarti. Alla fine non è successo niente di strano. Un saluto (e perdona l’intrusione)

    • Prima di tutto grazie a te per l’intervento.
      Nessuna intrusione.
      Se ho scritto e pubblicato questo post è proprio perché mi fa piacere sentire il vostro parere.

      So bene che non c’è niente di strano in quello che è successo.
      Forse la cosa più strana è che io gli abbia dato il mio numero di cellulare.

      Forse alla base c’è il fatto che io sono timida e che situazioni del genere mi creano un grande imbarazzo. A me non interessava una storia con G., nè seria né “leggera”. E quando ho capito che probabilmente lui aveva altro in testa e che una semplice amicizia non gli bastava più, non ho saputo reagire. Da un lato non volevo ferirlo, umiliarlo. Dall’altro ero ben sicura che a me non interessava. Penso di essermi comportata come una stupida.

  3. purtroppo-

    • Sì, mi è dispiaciuto.
      Perché era un ragazzo simpatico, intelligente e gentile.

  4. Concordo con hetschaap, io non ci vedo nessun tradimento: è un uomo che si è proposto a una donna, e probabilmente ne era anche sinceramente innamorato.

    Scarto l’ipotesi, ammetto improbabile ma non impossibile, che quella fosse solo un’amicale mano sul cuore, un gesto confidenziale sì, ma semplicemente di tenerezza (quando prendevo la manina di mia figlia e me la portavo al cuore, per forza era sul seno, mica mi potevo togliere la mammella!).

    A me questo episodio successe con una persona, un uomo un po’ più grande di me, che io consideravo un mito, stravedevo per lui, ma per me era una figura paterna, su tutt’altro piano.

    Una volta, eravamo seduti, mi ritrovai la sua mano su una gamba: le mie urla arrivarono al cielo, lo cacciai via, passai la notte a piangere. Il giorno dopo, vedendomi in quelle condizioni, e intuendone il motivo, si scusò, non mancando però di aggiungere un “così impari a essere così affettuosa!”.

    A distanza di anni (io ho archiviato l’episodio, come mai avvenuto, e salvato l’amicizia), parlando del più e del meno, prendendola alla lontana, disse “Ma se un uomo s’innamora di una donna, che cosa deve fare se non proporsi?”.

    Ecco, io l’avevo messa sul piano “Il Maestro e la bambina”, lui semplicemente sul “un uomo e una donna” e, se ci vai a pensare, forse aveva ragione lui.

    • Anche a me è successo qualcosa del genere con un caro amico, più grande di me di parecchio.
      Tendo a precisare. Non sono una quindicenne. Sono grande e vaccinata. Però non credo che passare una giornata insieme implichi che tu debba provare a baciarmi quando mi riaccompagni a casa. In certi casi ci sta, ovviamente. Ma non sempre. Ci sta quando fra due persone si è creata una certa alchimia, un certo feeling. Ma allora in quei casi di solito succede qualcosa anche ben prima della fine della giornata.

      Leggendo i vostri commenti mi rendo sempre più conto di una cosa. Sono stata una stupida. A dare a G. il mio numero di telefono e a comportarmi in quel modo quando c’ha provato. Dovevo parlargli serenamente e dirgli che a me interessava solo essere amici. Invece sono scappata, mi sono volatilizata. Sono stata una vigliacca.

  5. Sarebbe questo l’argomento “scottante” di cui parlavi nel post precedente?
    Io più che altro lo definirei “toccante”… 😛
    Comunque io non credo all’amicizia fra persone di sesso diverso, meno che mai con colore della pelle diverso, ancora meno con religioni diverse, ancora meno meno con numeri di scarpe diversi.
    L’amicizia regge soltanto tra simili (io ne sono una prova vivente…) 😦

    • Diciamo che sei un mattacchione… 😛

    • Non lo so Aquila.
      Io sostengo di avere degli amici uomini.
      Quindi penso che l’amicizia possa esistere.
      Poi a volte mi vengono dei dubbi.
      Diciamo che nel passato sono successe delle cose che mi hanno fatto dubitare.
      Forse è un tipo di amicizia differente e borderline.
      Non so se riesco a spiegarmi.
      Io ho amici a cui voglio molto bene ma con cui non andrei mai e poi mai a letto.
      Manca quel qualcosa che fa sì che possa succedere.
      E se invece capisco che l’amico ci sta provando… a me dà terribilmente fastidio e l’amicizia va a farsi benedire.
      Sarò sbagliata, saro cretina.

  6. ciao Maria, nessun giudizio, per carità…ma perchè lui non avrebbe dovuto provarci? Tu eri disponibile, carina, gentile, gli hai dato il tuo numero di cellulare (prova a fare un’indagine : quante donne avrebbero dato il proprio numero di cellulare ad uno conosciuto in un parcheggio di un supermercato che vende accendini? bianco o nero, fa lo stesso), non avevi tatuato in fronte la scritta santa maria goretti o croce rossa internazionale, lui fisicamente è molto carino (quindi avrà avuto storie con donne italiane senza problemi), rispondevi ai suoi sms, ora non è che abbiamo tredici anni e pensiamo di giocare alla vispa teresa :). amici è una parola grande, adesso super sfruttata e snaturata da facebook (tutti amici lì dentro, ma amici di che?), lui è un uomo tu sei una donna, lui ha fatto un’avance tu l’hai respinta, lui ha creduto tu non hai capito. amen.
    p.s. io, di natura diffidente, il mio nr di cellulare non gliel’avrei dato…metti che fosse jack lo squartatore……

    • Per l’appunto. Cioè, non è che essere gentile e aver dato il numero di cellulare significhi “sono disposta al sesso con te”, ma certamente può essere interpretato come “ti considero un essere umano pari grado, a prescindere da tutto”.

      Ciò premesso, rimangono un uomo e una donna: all’uomo questa donna piace, moltissimo, e forse anche qualcosa di più, cosa avrebbe dovuto fare se non farsi avanti?

      • Ifi prima che lui mettesse la sua mano sul mio cuore (diciamo così) mi aveva invitato parecchie volte a uscire, al cinema, a cena a casa sua. Io avevo sempre declinato l’invito. Pensavo fosse chiaro che non mi interessava portare il rapporto oltre a un certo punto.
        Secondo me lui non avrebbe dovuto farlo.

        Ora controllo la mia rubrica telefonica.

        Mi sorge un dubbio… non è che tutti coloro che hanno il mio numero di cellulare… 😉

      • Maria, gli uomini, non importa se italiani o senegalesi o che altro, di fronte al no sono “de coccio”.

        Non ho mai conosciuto uno che capisse l’antifona, io ti posso parlare solo di italiani e dei ragazzi che ho conosciuto in Israele, che erano tutti stranieri, da tutte le parti del mondo: ce ne fosse stato uno, ma dico uno, che ha accettato il no a prima, seconda, terza, quarta, quinta botta!

        Tu pensa che qui in Italia, uno di cui per un anno ho rifiutato gli inviti, aveva iniziato ad avere un vago sospetto di non interessarmi, e ha esternato questi dubbi a una comune amica: beh, sai che ha fatto l’amica del giaguaro? Gli ha detto “Ma no, non devi pensare così, non trarre conclusioni affrettate, Ify è molto impegnata sul serio, RIPROVA!!!”

        L’avrei uccisa! Mi ci è voluto un altro anno di insistentissimi inviti declinati 😯

      • Sì, in linea generale direi di sì.
        Sono d’accordo.
        La cosa mi infastidisce.
        Mi ha sempre infastidito e continua a infastidirmi.
        Io con le persone con cui penso di potermelo permettere scherzo.
        Sono affettuosa.
        Ma per me questo non implica per forza altro.
        Questo è un motivo per cui poi io mi chiuso a riccio.
        Voglio avere la possibilità di decidere.

    • Ovviamente non ho 13 anni e ovviamente non sono Santa Maria Goretti. Ma neanche un po’.
      Ho sbagliato a dargli il mio numero di cellulare. Senza ombra di dubbio. Io di natura sono gentile e garbata. Se una persona mi dimostra dell’affetto in genere rispondo allo stesso modo. Ma l’affetto non è per forza sesso e tanto meno amore.

      Io pensavo che fosse lampante che da parte mia non c’era alcun interesse diverso dall’amicizia. Lui ha frainteso? Io ho frainteso? Non lo so. Sono adulta e non alle prime armi, eppure ho provato un grande imbarazzo, fastidio. E mi è dispiaciuto.

      Non so che farci.

  7. Detto tra noi (si fa per dire) mi sembra un fatto frequente.
    Perchè farne un dramma ?

    • Non ne ho fatto un dramma.
      Mi ha dato fastidio.
      Mi ha creato imbarazzo.
      Mi è dispiaciuto.

  8. Cara Maria, l’Amicizia è un sentimento talmente delicato che
    non si può racchiuderlo dentro un Ciao, Come stai, bella, come ti chiami e…
    Noi donne, per natura romantiche e sognatrici, a volte non pensiamo che
    conoscere un uomo, è soprattutto conoscere un maschio.
    Trovo il commento di Missminnie molto interessante e a tratti mi ritrovo
    col suo pensiero.
    Comunque, non dolerti più di tanto.
    Avrai già fatto tesoro dell ‘ accaduto.
    Un abbraccio
    Gina

    • Io sono una persona che non ha molti amici e prima di considerare una persona un amico (un’amica) ci metto del tempo e devo averne i motivi.

      Ripeto, in questa circostanza mi sono comportata da ingenua e da stupida, per certi versi. Ma ovviamente mi è servito.

      Un abbraccio a te Gina cara

  9. Ciao Maria, anch’io sono fondamentalmente timida, spesso
    per sopperire a questo ” bel difetto” elargisco un sorriso o una
    parola gentile quando non dovrei (per non fraintendere).
    Nei rapporti d’amicizia con l’altro sesso mi trovo più a mio agio, ma non
    bisogna mai distrarsi perché s’ incorre sempre in qualche vicoletto cieco.
    Tu sei stata solo fiduciosa e un po’ imprudente.
    Un abbraccio
    Mistral (ombreflessuose)

    • Un abbraccio a te, Mistral

  10. Rispolvero quel famoso proverbio:

    “che tu corra e ti muova, ti siedi e aspetti, prima o poi, uno stronzo, lo incontri”

    forse si sei stata ingenua, forse potevi evitare di “aprirti” o forse, più semplicemente… G. era quello che il destino ti ha messo sulla tua strada. Se il cuore ti diceva di così hai fatto srta-bene a seguirlo e spero faccia lo stesso in futuro e che questa brutta esperienza non ti faccia cambiare approccio verso il prossimo

    • Per certi versi ho cambiato atteggiamento.
      Non mi fido così come prima.
      Ci vado molto più piano prima di dare la mia fiducia.
      Per non parlare del mio numero di cellulare…

  11. Ciao Maria,

    che dire è una storia classica, qualcosa che capita assai di frequente. Il problema di fondo è l’amicizia tra uomo e donna: può esistere? Tutte le donne di solito rispondono di si, mentre tutti gli uomini di solito rispondono di no e già questo è sufficiente a spiegare quello che ti è capitato. Quando un uomo conosce una donna capita spesso che un pensiero “a quello” ce lo faccia, mentre dall’altra parte una donna di solito è più candida o ingenua come dici tu e pensa che si possa instaurare la classica “bella amicizia”. E’ un errore che ho commesso anche io (dal lato uomo ovviamente): con il tempo si impara a chiarire le cose subito all’inizio in manira implicita o esplicita in modo da impostare il rapporto in un direzione univoca poi se a entrambi va bene si va avanti in un senso o nell’altro… Non crucciarti troppo, consideralo allenamento per la prossima bella amicizia che potrai cominciare questa volta nel modo corretto. Un abbraccio e buon proseguo delle ferie se ci sei ancora… Andy 🙂

    • Ciao Andy e grazie.
      Mi trovo pienamente d’accordo con il tuo commento.
      Credo che anche noi donne a volte conoscendo un uomo possiamo farci un pensiero.
      Ma forse siamo più esplicite e non cerchiamo di fare passare per una semplice amicizia quello che vorremmo fosse “altro”.
      Un abbraccio a te
      Ancora niente ferie ma speriamo per il futuro


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