Ci pensavo questo pomeriggio. La sofferenza non ha sesso e non ha età. Non fa discriminazioni. Ti colpisce e basta. Quando ne senti il presagio e anche quando non te l’aspetti.
A volte la percepisci nell’aria, senti i sintomi e ti auguri non arrivi. Speri che cambi direzione e destinazione. Poi invece arriva, di botto un colpo allo stomaco e manca il respiro. Non vedi più pareti o orizzonti. Non ti interessa più niente del mare e delle stagioni. Non riesci a prendere sonno anche se l’unica cosa che desideri è dormire, con la speranza che sia un sonno lungo e senza sogni. Un sonno piatto e incolore, illimitato. Che azzeri tutto, prima di tutto la sofferenza.
Non è qualcosa con cui è facile impare a convivere. Non è la malinconia. La sofferenza è accecante, debilitante. Toglie la forza e la voglia di vivere. Manca anche l’energia per provare a resistergli. Quindi capita, a volte, che ci si abbandoni. Si rischia di diventare degli esseri catatonici e inebetiti. Anche i pensieri si annullano e i desideri non esistono. Si diventa egoisti, monocorde e monotematici. Tutto gira solo intorno a una cosa. La propria sofferenza.
Allora che fare, mi domando. E continuo a ripetermi questo quesito come una litania. Che fare… Che fare… Che fare…
Lo so che in teoria tutto passa. Tutto ha un inizio e una fine. Tutto. Per l’appunto. Ma quando il tutto si trasforma in niente, allora cosa resta da fare?
(Sai come mi sento?
Perché non penso che tu sappia come mi sento
non penso che tu sappia come mi sento
non penso che tu sappia come mi sento
Tu non sai cosa sento.)
Why – Annie Lonnex
How many times do I have to try to tell you
That I’m sorry for the things I’ve done
But when I start to try to tell you
That’s when you have to tell me
Hey… this kind of trouble’s only just begun
I tell myself too many times
Why don’t you ever learn to keep your big mouth shut
That’s why it hurts so bad to hear the words
That keep on falling from your mouth
Falling from your mouth
Falling from your mouth
Tell me…
Why
Why
I may be mad
I may be blind
I may be viciously unkind
But I can still read what you’re thinking
And I’ve heard is said too many times
That you’d be better off
Besides…
Why can’t you see this boat is sinking
(this boat is sinking this boat is sinking)
Let’s go down to the water’s edge
And we can cast away those doubts
Some things are better left unsaid
But they still turn me inside out
Turning inside out turning inside out
Tell me…
Why
Tell me…
Why
This is the book I never read
These are the words I never said
This is the path I’ll never tread
These are the dreams I’ll dream instead
This is the joy that’s seldom spread
These are the tears…
The tears we shed
This is the fear
This is the dread
These are the contents of my head
And these are the years that we have spent
And this is what they represent
And this is how I feel
Do you know how I feel ?
‘cause i don’t think you know how I feel
I don’t think you know what I feel
I don’t think you know what I feel
You don’t know what I feel
ti abbraccio in silenzio, ci sono momenti – hai ragione – in cui si deve solo contemplare il proprio dolore per farlo passare
By: sunlover on settembre 18, 2011
at 8:25 PM
Ricambio l’abbraccio, Sun.
Grazie.
Mi sei tanto caro
By: maria on settembre 18, 2011
at 8:34 PM
La sofferenza non la scegli, te la ritrovi e basta. qualcuno ci mette del suo e a volte con scelte sbagliate ne crea i presupposti per se e per gli altri. Ma quelle importanti arrivano da sole, una sera , da un medico, dal telefono e ti dicono che da ora cambia tutto. Non penso ci sia vita senza questi passaggi. Non lo auguro, ma una dose di dolore fa parte di questa vita. Dubito si possa evitare. Dubito non la si possa vedere nelle vite degli altri. Ma una speranza c’è in questo pensiero forse un pò grigio . Non siamo liberi di scegliere quello che ci succede, ma siamo liberi di rispondere a quello che ci succede in un modo o nell’altro. E quesot se ci pensi non è poco…
By: provedivolo on settembre 18, 2011
at 8:38 PM
E’ vero quello che dici.
Mi piace questo senso razionale di vedere il dolore collocato nella vita umana.
In questo momento mi manca la giusta razionalità per reagire.
Ma la ritroverò.
Lo spero, per lo meno.
Grazie per il passaggio e per il commento che ho molto apprezzato.
By: maria on settembre 18, 2011
at 8:44 PM
Buongiorno Maria, ti sono e siamo vicini,in questo momento
di oscurità dell’anima.
Ma sai benessimo che la migliore medicina per darti un poco di
sollievo, sei solo tu.
Un passo dopo l’altro, non avere fretta …
Un caro saluto
Ombre
By: ombreflessuose on settembre 19, 2011
at 8:19 am
Hai ragione Ombre cara.
Hai davvero ragione.
Ma in questo momento faccio fatica.
Ma ci provo.
Un caro saluto a te.
By: maria on settembre 19, 2011
at 4:20 PM
Ti capisco, anche io, quando, a volte, mi capitano quegli interi fine settimana in cui non riesco ad alzarmi dal letto mi chiedo cosa posso fare per reagire che non sia semplicemente aspettare che passi… ma ancora nessuna risposta risolutiva… se trovi il modo me lo fai sapere per favore?? 🙂
By: imieicattivipensieri on settembre 19, 2011
at 10:13 am
Contaci… ma se trovi tu prima di me la soluzione… me lo fai uno squillo? 😉
By: maria on settembre 19, 2011
at 4:21 PM
Ovviamente! 🙂
By: imieicattivipensieri on settembre 27, 2011
at 7:43 am
😉
By: maria on settembre 27, 2011
at 4:26 PM
Che fare? Che fare? Che fare?
Devi vivere superando la giornata intanto. Non ci sono formule magiche che leniscono il dolore, solo il tempo aiuta. L’importante è non mollare la presa e lasciar fluire la vita
By: primaepoi on settembre 19, 2011
at 1:06 PM
E’ quello che sto provando a fare.
Lascio fluire la vita, lentamente.
E cercando di restare in piedi.
By: maria on settembre 19, 2011
at 4:22 PM
Ti capisco molto bene.
I miei ultimi tre anni sono stati costellati da dolori di diverso tipo……….
Il tempo…….un pò aiuta, ma ti devi rialzare da sola…..come al solito.
Un sorriso,
Luciana
By: lucianaele on settembre 19, 2011
at 3:39 PM
Grazie, Luciana.
Anche i miei dolori sono di diversa natura, purtroppo.
Un sorriso a te
By: maria on settembre 19, 2011
at 4:23 PM
la sofferenza è la cosa più democratica del mondo.
e dato che capita a tutti, speriamo capiti quanto prima
anche alla fonte della nostra sofferenza.
dai
By: malacqua on settembre 19, 2011
at 9:13 PM
A volte la causa della nostra sofferenza siamo noi stessi.
Sto arrivando a questa conclusione.
Credo di aver sbagliato parecchio e ora non posso fare altro che pensare a un futuro un po’ sereno.
E razionale.
By: maria on settembre 20, 2011
at 4:13 PM
ovvio che si sbaglia.
si sbaglia a concedere troppo.
si sbaglia ad idealizzare ectoplasmi credendoli persone.
si sbaglia perchè si è cechi e sordi.
ma si sbaglia anche perchè si è egoisti e stronzi.
l’averne contezza ti fa ripartire da un gradino più alto.
By: malacqua on settembre 20, 2011
at 4:55 PM
Dalle tu parole e dal tono mi sembra di sentire una nota di rancore.
Vedi io non riesco a provare rancore.
Parlo in generale.
Magari sul momento mi’incazzo però dopo mi passa.
Credo sia un mio difetto, che si va a sommare a mille altri.
Fra l’altro, non sempre, ma mi capita di essere stronza e anche egoista.
Di solito so anche riconoscere i miei errori.
Ma non sempre è sufficiente.
By: maria on settembre 21, 2011
at 8:28 PM
nessuno può sapere come ci sentiamo veramente a volte non lo sappiamo neanche noi. un abbraccio per una serena notte p.s. poi è vero tutto passa bisogna vedere come passa.
By: zebachetti on settembre 19, 2011
at 10:35 PM
Le notti non sono molto belle in questo periodo e sempre troppo lunghe e troppo brevi allo stesso tempo.
Non resta che cercare ogni goccia di razionalità e continuare per la propria strada.
By: maria on settembre 20, 2011
at 4:18 PM
Come la sofferenza, anche il sollievo può arrivare inaspettato.
Quando non si vede la luce, bisogna resistere ed aspettare.
Domani è un altro giorno.
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on settembre 19, 2011
at 10:40 PM
Sì, domani è un altro giorno.
Ma oggi è ancora oggi.
Aspetteremo con pazienza….
By: maria on settembre 20, 2011
at 4:14 PM
Cara Maria, Possiamo stendere un tappetto di parole su cosa e come
fare in questi momenti, ma, mi chiedo: Servrebbe?
Fermati, stringi forte la Tua Vita, e lascia passare il …momento
Un abbraccio
Gina
By: sonoqui on settembre 20, 2011
at 7:33 am
Esatto, Gina caro.
E’ proprio quello che sto provando a fare.
Ti abbraccio
By: maria on settembre 20, 2011
at 4:18 PM
as I felt.
panta rei.
By: lameteora on settembre 21, 2011
at 8:52 am
Già.
Magari accelerasse un pochino….
By: maria on settembre 21, 2011
at 8:42 PM
Difficile un commento ma ci provo.
L’essere umano per quanto sembri il contrario, ha una grande capacità di adattamento alle situazioni più estreme, quindi anche alle sofferenze (lo puoi vedere se ti capita andare in paesi del mondo dove la sofferenza e lo stento sono di casa ma nonostante ciò riesci a trovare dei sorrisi).
Cerca di partire da questo come base. Io soffro, vediamo cosa si può fare per uscirne o alla peggio per abituarsi a questo stato e non Io soffro e questo mi impedisce di pensare a niente altro ed agire.
Silvia
PS: ovvio che è un commento semplicistico. Non avertene a male.
PS2: quella canzone è stupenda
By: frammentidipassione on settembre 21, 2011
at 10:35 am
No, Silvia. Ti ringrazio davvero.
Hai ragione.
Ci si adatta, ci si adegua, ci si abitua.
A tutto, o quasi.
Spero di non essere l’eccezione…
Sì, la canzone è bellissima e mi accompagna in tutti i momenti difficili.
By: maria on settembre 21, 2011
at 8:44 PM
Buongiorno.
By: aquilanonvedente on settembre 22, 2011
at 8:17 am
Buon pomeriggio.
By: maria on settembre 22, 2011
at 2:24 PM
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By: αρνητικά συναισθήματα on settembre 27, 2011
at 9:17 PM
Premesso che i commenti di
Malacqua li riconoscerei anche se non li firmasse, e ciò è un complimento, sappi che anche per me è ricominciato il tempo dell’insonnia. E di certi pensieri che si fanno largo pian piano nella mente.
“Cattivi pensieri”, direbbe qualcuno, ma solo noi sappiamo quel che ci abita.
Solo noi.
By: nico on settembre 28, 2011
at 12:49 am
Esatto, Nico.
Solo noi.
Sui commenti di Malacqua… concordo…
By: maria on settembre 28, 2011
at 4:00 PM
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By: eft on settembre 30, 2011
at 12:26 am