Soffrire significa limitare le proprie capacità.
Restringere il proprio orizzonte.
Precludersi un futuro.
Fossilizzarsi in uno stato di malessere permanente.
Crogiolarsi nello stare male.
E scoprire (ri-scoprire) la goduria del non mangiare.
Tutto ciò è estremamente pericoloso.
Il dolore lucido porta a tutto ciò.
E’ preferibile sprofondare in un dolore capace di esternare il tutto anche in atti vandalici.
Il dolore lucido porta a ristampare dentro di sè ciò che è successo per un numero illimitato di volte.
Meglio dare fuori di testa, darsi o prendersi una randellata (@Bruno… conto su di te) e continuare a fare finta di vivere.
E allora perchè io continuo a soffrire?
Senza alternative e senza via di scampo.
Solo poche ma fondamentali parole( per me, ovvio)
Ti sei mai chiesta … cosa sarebbe la vita senza la sofferenza?…
Sarebbe piatta e incolore.
Devi solo centellinare il tuo soffire per renderlo più malleabile nel tuo cuore Gli altri purtroppo non possono aiutarti
A ciascuno la propria croce.
Un abbraccio di sostegno
Mistral
By: ombreflessuose on novembre 26, 2011
at 8:51 am
Sono d’accordo sul fatto che nessuno è in grado di aiutare chi soffre e che ciascuno deve fare i conti con il proprio dolore e con il modo di gestirlo.
Non so cosa sarebbe la vita senza la sofferenza.
Credo di averne fatto grandi spanciate e forse per questo vorrei un attimo di tregua,
Ti abbraccio
By: maria on novembre 26, 2011
at 4:49 PM
Cara Maria, so di che parli. Io forse reagisco al contrario di te, io esterno, io mangio di più ma credimi, il dolore è lo stesso.
Io ho imparato però anche a rispettare il diritto della sofferenza a entrare dentro di noi: lui entra, resta un po’ e, se non deve combattere contro la sua esistenza, dopo un po’ va via.
Io non gli oppongo resistenza, semplicemente continuo a vivere. Io sono stata capace, per una delusione d’amore, di continuare la vita normale e sorridere mentre, in contemporanea, le lacrime mi uscivano senza ritegno.
Avevo una grande consolazione: sapere che sarebbe finita. Quei dolori non sono eterni, sono solo atroci. Anche quella di riavvolgere il nastro e rivivere mille volte la stessa situazione, facendoci del male, purtroppo credo sia un passaggio obbligato.
Tu deve solo pensare una cosa: che prima o poi anche questo, come tutto, passerà. Sofferente sì, disperata mai.
By: Diemme on novembre 26, 2011
at 12:25 PM
Anche io continuo a vivere.
Faccio tutto quello che devo fare.
E cerco di non fare pesare a nessuno il mio stato.
Anzi credo che quasi nessuno se ne renda conto.
Lavoro, mi occupo della casa, delle figlie, dei mie genitori.
Ho un sorriso per tutti.
Quello che vivo dentro lo so solo io.
Credo non sia giusto etichettare il mio stato come una delusione d’amore.
E’ molto peggio.
L’amore non si sa mai quanto dura.
Mentre l’amicizia potrebbe – dovrebbe – durare una vita.
E’ questo l’aspetto che mi fa stare peggio.
By: maria on novembre 26, 2011
at 4:53 PM
Anche l’amicizia è una forma d’amore e sì, hai ragione, la botta è anche peggiore. In questi anni di blog ho avuto due dispiaceri, uno da un amore, l’altro da un amico.
L’amore l’ho completamente dimenticato, l’altro è una ferita ancora aperta, e che fa un male cane, anche perché davvero non c’era un motivo al mondo che finisse così.
Anch’io però continuo a vivere, a fare nuove amicizie, a mantenere le vecchie…
By: Diemme on novembre 26, 2011
at 5:01 PM
Ci sono casi in cui le due sfere per certi versi si sovrappongono o dove i confini non sono netti ma sfumati.
Forse sono casi rari.
Ma succede.
Questo credo sia il dolore più feroce.
Il cuore, la mente e la carne soffrono e stridono e non trovano pace.
Io non smetto di vivere.
E’ un mio dovere.
Ho delle responsabilità.
Ma faccio una fatica immensa.
Sono quelle situazioni in cui sento la necessità, fisica e mentale, di andare in letargo.
Non esserci per niente e nessuno.
Sotto il piumone e cercare nel calore del proprio corpo una risposta a troppe domande rimaste inevase.
Ho una voragine dentro.
In questo momento è così.
By: maria on novembre 26, 2011
at 5:08 PM
Non credevo che fossimo così simili…
By: Diemme on novembre 26, 2011
at 5:09 PM
Allora mi dispiace per te.
Spero tu non sia così simile a me.
Io sono… pessima…
By: maria on novembre 26, 2011
at 5:12 PM
Io mi sono spesso definita “emotivamente emofiliaca”: per dirla in breve, nun me passa più!
By: Diemme on novembre 26, 2011
at 5:17 PM
A chi lo dici…
By: maria on novembre 26, 2011
at 5:19 PM
Una randellata è un po’ troppo…
Ma liberarsi, sfogarsi, sarebbe una cosa giusta.
Non ti basterebbe un pizzicotto ?
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 26, 2011
at 3:08 PM
Un pizzicotto?
No, non basta.
Ci vuole ben altro per me…
By: maria on novembre 26, 2011
at 4:55 PM
Lo supponevo…
Qualcosa di meno cruento ?
Che so… farsi bionda e riccia ?
Almeno i ricci attenuerebbero eventuali capocciate !
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 26, 2011
at 9:24 PM
I ricci ce li ho già a dire il vero, quindi non ho bisogno di farmeli.
E c’è anche qualcosa di biondo… cosa devo fare?
By: maria on novembre 26, 2011
at 9:42 PM
Vediamo un po’….
Io una volta ho trovato giovamento ad intingere le patatine fritte nella panna.
Insomma, serve qualcosa che distragga !
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 26, 2011
at 10:14 PM
Patatine fritte nella panna?
No…. per favore…
Un suggerimento meno terribile no?
By: maria on novembre 27, 2011
at 9:17 PM
Eppure la ragazza che serviva al fast food mi notò e mi sorrise…
E se ti prendessi un pesce rosso ?
NON DA MANGIARE !
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 27, 2011
at 10:07 PM
Ci credo che ti notò….
(sorrise o si sganasciò dalle risate?)
Pesciolino rosso? Ho 5 gatti e un cane… pensi che andranno d’accordo?
(io adoro il pesce… DA MANGIARE!!!!)
By: maria on novembre 27, 2011
at 10:16 PM
Ed allora…. triglia intinta nella panna !
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 27, 2011
at 10:18 PM
Possiamo eliminare la panna?
(non mi piace la panna, a dirla tutta… ma neanche un po’…)
By: maria on novembre 27, 2011
at 10:23 PM
Bhè, ma allora rifiuti lo shock teraupetico…
Spigole ed ostriche che shock sarebbero?
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 27, 2011
at 10:26 PM
Se ci aggiungessimo del Berlucchi ghiacciato sarebbe un ottimo shock… (spigole non di allevamento, mi raccomando…)
By: maria on novembre 27, 2011
at 10:30 PM
Rigorosamente !
Vada per questo shock allora !
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 27, 2011
at 10:31 PM
Ok, ci sto.
Spigola sarda?
By: maria on novembre 27, 2011
at 10:36 PM
Spigola sarda.
Appena torno a Budoni, prenoto…
By: Claudio Guiduccio jedi Spega on novembre 27, 2011
at 10:39 PM
Mi fai fare tutti questi km? Sino a Budoni?
Uomo egoista….
By: maria on novembre 28, 2011
at 12:39 am
Ciao Maria,
non ho risposte né ricette per te, come per me.
Io dal canto mio mi limito a lasciarmi vivere, giorno per giorno.
Vivo, come seduto sulla sponda di un fiume e guardo la mia vita scorrere come l’acqua del fiume.
Forse un giorno qualcosa cambierà, forse no.
Un abbraccio
Claudio
By: Claudio Torchio on novembre 26, 2011
at 6:38 PM
Grazie Claudio per essere passato a trovarmi.
Io non accetto di lasciarmi vivere.
Io voglio vivere la mia vita.
Giorno dopo giorno la voglio vivere assaporandone il gusto.
Questo vorrei.
Ti abbraccio
By: maria on novembre 26, 2011
at 9:40 PM
“Il dolore lucido porta a ristampare dentro di sè ciò che è successo per un numero illimitato di volte.”
è una dannata verità.
forse non ci son parole per farti stare meglio adesso, ed è anche legittimo che tu viva questo momento e che tu lo viva nella maniera in cui lo stai vivendo..anche se forse non ti potrà essere di consolazione, sappi che ti capisco..
By: crisalide77 on novembre 26, 2011
at 7:03 PM
Grazie.
Un abbraccio
By: maria on novembre 26, 2011
at 9:41 PM
arriverà l’ ora dove si smette di soffrire così come per incanto tutto svanisce te l’ auguro di cuore ciao notte. zè
By: zebachetti on novembre 27, 2011
at 12:29 am
Grazie Zè… un abbraccio e buona serata
By: maria on novembre 27, 2011
at 9:18 PM
Cara Maria, il tempo della sofferenza, purtroppo è
sempre una costante della Vita. Non abbiamo gli anticorpi giusti per poterla
sconfiggere, ma possiamo incontrarla sul suo terreno, cercando di
farcela per un attimo “amica” ( così respireremo un po’ meglio)
Un forte abbraccio
Gina
By: sonoqui on novembre 27, 2011
at 9:11 am
E’ quello che sto provando a fare, Gina cara.
Un forte abbraccio a te
By: maria on novembre 27, 2011
at 9:19 PM
Leggere queste parole mi rinfranca un po’, in un periodo della vita in cui le mie capacità decisionali spaziano dal lancio dalla finestra all’ingestione di cocktail ammazzaelefanti.
By: nico on novembre 30, 2011
at 1:08 am
Bisogna uscire dal tunnel della disperazione.
A qualsiasi costo.
E’ un dovere verso noi stessi e verso le persone che ci vogliono bene.
By: maria on dicembre 3, 2011
at 9:30 am